What's feminine
Con What’s feminine mi interrogo su cosa voglia dire essere donna in soggettiva, partendo dal mio corpo e sulle mie risposte a questa domanda. È un progetto che tramite la ricerca personale e l’autorappresentazione diventa strumento di autodeterminazione e allo stesso tempo vuole provare a far risuonare sentimenti emersi nel corso della ricerca anche in altre persone e corpi che si riconoscono nel genere femminile. L’autoscatto mi ha permesso di acquisire una maggior autostima diventando uno strumento di accettazione, dove l’autoritratto non è solo un modo per ritrarsi, ma anche una forma di narrazione per scoprirsi mettendo in evidenza l’imperfezione e l’umano in tutta la sua fragilità.
Ho cercato di rappresentare la bellezza della donna lontana dalle omologazioni e dalle norme che vogliono il corpo femminile perfetto. È una critica allo stereotipo femminile a cui siamo costantemente sottoposte. Attraverso l’autoritratto vengono messi in luce alcuni degli aspetti della vita quotidiana di una donna che solitamente non vengono mostrati perché considerati tabù.
In particolare viene fatta una critica al metodo di rappresentazione delle donne sui social e nei media. Viene rappresentato quello che di solito “non deve essere visto”.
Non viene mostrato un corpo e una perfezione che non mi appartiene ma, piuttosto, la realtà cercando di abbattere i pregiudizi e i tabù a cui l’universo femminile è da sempre legato. Un corpo, e quindi anche quello di donna, non è mai neutrale, contiene ferite, cicatrici, anima e le esprime con forme, colori, curve e caratteristiche distinte. Mi sono posta la domanda “cos’è il bello?”, e sono arrivata a raccontare con intimità, la verità sul corpo femminile, con tutte le sue imperfezioni e vulnerabilità.